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- Categoria: La storia continua
- Pubblicato: 19 Novembre 2013
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Prefazione di Walter Baldacconi nella Pubblicazione della Mostra "La storia continua"
C'è qualcosa di delicatamente politico nell'opera complessiva di Gianfranco Gatto. Un elemento costante ma che viene espresso con segno lieve, quasi impalpabile.
Dietro quella fitta rete di emozioni, impressioni, colori, movimenti c'è l'agitarsi inquieto dell'Uomo di fine secolo e millennio angosciato e non poco dalla fine delle certezze ideologiche e dal prospettarsi dell'Ignoto, del Futuro.
Spezzate le catene, demoliti con la forza della ragione i muri, divelti i cancelli, l'Uomo anela ad un nuovo ordine terreno che come quello cosmico primordiale nasce dal caos, dallo scomposto eplodere dei mille nazionalismi che sconvolgono cartine geografiche, governi, sistemi di alleanze sovranazionali e antichi imperi.
Nella pittura di Gatto, mai classificabile, mai omologabile, mai noiosa c'è spazio per il mondo dei miti e degli eroi del nostro tempo. Il tutto ridondante di accenni lirici e speculazioni metafisiche. Si nuota nel blù delle allegorie e negli accesi toni che colorano la volontà dell'Uomo che costruisce la storia, la sua storia.
In certi profondi abissi prospettici, in alcune vertigini spaziali si ritrovano, nell'opera di Gianfranco Gatto, gli angosciosi vuoti del sogno. E proprio in quello spazio indefinibile ed evanescente sospeso tra la veglia e il sonno che nascono le intuizioni, i desideri, i presagi.
Gianfranco Gatto ha traslato con successo questo mondo impalpabile sui cromatismi delle sue opere. C'è il tempo che fugge, c'è la speranza in una società più giusta, c'è l'Europa così attuale ma così lontana; c'è la violenza, la guerra, la contrapposizione.
Ma dietro quelle mura sbriciolate dal peso e dalla forza della storia dell'Uomo che non può migliorare la propria condizione, c'è l'urlo di speranza, l'incitamento all'impegno sociale e politico che proviene da un artista che non può fare a meno di stimolare l'azione e la temperanza di chi, osservando i suoi quadri, coglie i simboli e i segni del nostro tempo.
Walter BALDACCONI